Allenamento Itinerante in Val di Non

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Allenamento Itinerante in Val di Non --- Val di Non - 14 feb 2019 - 09:30

ValDiNon2019_fbIl 16 e 17 Febbraio proponiamo ai nostri soci alcuni allenamenti a passo di nordic avendo negli occhi le nevi, i panorami ed i paesaggi incontaminati della Val di Non e Valli limitrofe. Al cospetto del Gruppo delle Maddalene percorreremo sentieri accompagnati da istruttori SINW e da guide del territorio per ‘staccare’ e salire dal quotidiano ‘livello’ delle nostre spiagge per raggiungere alcune malghe trentine ed i loro golosi prodotti.


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nordic walking val di non

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5 commenti su “Allenamento Itinerante in Val di Non
  1. Roberto Guarnieri Roberto Guarnieri scrive:

    Al solito un grande fine settimana nordico in Val Di Non pieno di avventurose piste, passeggiate, ardue salite, lunghe sedute di centro benessere e incursioni gastronomiche di alto livello. Questa volta il fisico di tutti è stato messo a dura prova, specie il primo giorno quando ci siamo avventurati un una ciaspolata avvero impegnativa.
    E siccome in questi casi lo spettro della Ritirata di Russia aleggia sempre… ecco un estratto del diario del tenente Guarnieri, così come riportato nel celebre libro “Centomila costarelle di ghiaccio…”

    Il cielo blu si riflette nell’accecante bianco della neve, in una pista che si perde in salita senza che si riesca a vederne la fine.
    Prendo fiato e guardo i compagni di sventura, tutti con la lingua di fuori e l’aria stravolta.

    Renato prende il martello, inchioda i due pezzi di legno a farne una croce e li pianta sul mucchietto di neve fresca che ricopre la sepoltura di fortuna. Poi fa un segno della croce rapido e borbotta “Su, si riparte! Mica potevamo arrivare tutti in cima sani e salvi!”

    “Va bene la promessa delle costarelle di maiale” bofonchia qualcuno dal fondo “Ma qui non si finisce mai!”

    In effetti non posso dargli torto. Siamo partiti in 13 all’alba , con la promessa di una passeggiata non troppo impegnativa, e a mezzogiorno siamo rimasti solo in sette. Degli altri, quattro sono morti e due li abbiamo abbandonati lungo la via, tanto ormai non riuscivano a camminare. Almeno non fa freddo, ma la fame inizia lo stesso a mordere lo stomaco. E’ da un paio di ore che l’allegro cane Black non si fa vedere e ho il sospetto che qualcuno dei miei amici se lo sia mangiato in un momento di disperazione.

    Ripartiamo in silenzio, per risparmiare fiato. L’unico rumore è quello delle ciaspole che calpestano la neve con scricchiolii sempre più sinistri. In vetta, tra i larici e gli abeti, si intravede lontano un filo di fumo e il tetto di una baita. E’ la nostra malga di arrivo, sempre che si riesca a arrancare fino in cima.

    D’un tratto un rumore. Un motore! Come una apparizione una motoslitta sbuca da dietro una curva. Tutti si buttano cercando di salire a bordo, ma il capo ci rimanda indietro a colpi di frustino. C’è solo un posto e lo lasciamo a chi sta peggio. Una carezza e la slitta riparte. Almeno qualcuno in cima ci arriverà.

    Risparmiate fiato, ci dicono. E chi parla?

    Non vedo che la punta delle ciaspole e i dannati bastoncini che affondano nella neve fresca. Ancora un passo, uno solo, mi dico. Resisto alla tentazione di buttarmi per terra, se lo faccio, lo so, sarà la fine. Altri dieci minuti, un altro ginocchio che si rompe con uno schianto secco. Sento il fruscio del corpo che scivola via senza vita e non oso nemmeno girarmi.

    La malga, solo quella conta. Il tetto si avvicina, il cielo si scopre.

    Di colpo, nel blu accecante del cielo, vedo una croce bianca. Batto gli occhi ma non scompare. Mi volto; tutti la guardiamo stupiti e con gli occhi pieni di lacrime. Sotto il segno magico si apre una radura, proprio sulla vetta. E sulla vetta la piccola casa di legno, il recinto, il fumo e le finestre con le persiane verdi.

    Anche Renato si siede, si toglie il berretto, si passa la mano sul capo e, con voce rotta dall’emozione, annuncia:

    “Signori, siamo arrivati”

  2. Roberto Guarnieri Roberto Guarnieri scrive:

    A parte l’aspetto “drammatico” sono parecchi gli spunti goliardici di questi quattro giorni in Trentino.

    Il primo giorno, fatta l’aspra salita di cui sopra con tanto di soccorso di motoslitta (non per tutti) , come non menzionare l’abbuffata alla malga di costarelle di maiale? Il termine costarelle, in verità, è non molto appropriato in quanto trattasi di mezzo maiale a testa con patate e crauti!! La lunga discesa, funestata da mal di schiena mio e acciacchi vari, termina in una sessione dei senatori nel bagno turco. Come dice Renato in accappatoio stile toga e tutti sudati sembravamo dei tribuni romani in procinto di votare leggi e decreti. Menzione speciale per chi si è fatto cuocere nella sauna a 83 gradi (io, Cristina, Andrea) per chi nella bio sauna (Maurizio, Adriana, Simone) e per chi si è sciolto nel calderone degli idromassaggi con tanto di tisana, prosciugando il calderone (Vanessa, Adriana, Maurizio, Chiara, Concetta, Tatiana).

    Il menù delle serate è stato a dir poco singolare: merluzzo come se fossimo a Oslo, antipasti di pesce e persino pasta alla Norma che manco a Siracusa. Polenta e gnocchi tirolesi nemmeno a parlarne!! Prosecco a volontà. Per fortuna i canederli del primo giorno, i leggerissimi tortelloni al formaggio e l’ottimo burro di malga giallo che più giallo non si può. Alla fine giravano strani commenti sugli aumenti di peso, oscillanti dal chilo al chilo e otto (fonti anonime… tutte maschili)

    La seconda uscita bellissima in una sterminata pianura di neve vergine, con colori incredibili e abbronzature da caraibi e il pranzo con gnocchi di patate e affettato, nonché la litigatissima panna cotta più buona del mondo, oggetto di infami furti a tavola. Tanto era il sole che ci si spaparanza tutti su sdraio e sedie (vedi Maurizio e tutte le signore)

    Terzo giorno, dopo serata di grappe, calcio in tv e passeggiate nell’animatissimo borgo di Rumo (non c’era un’anima ma Renato riesce a trovare lo stesso ben tre percorsi di Nordic Walking) ci vede ancora in un bosco innevato ma soprattutto in visita a antiche miniere… scopriamo che Renato, oltre a un passato da dinamitardo, era probabilmente ( anche se non lo ammetterà mai) uno dei minatori che nel 1200 scesero dal nord per scavare appunto i primi tratti. Simone e Roberto vengono catturati mentre cercano di estrarre gli ultimi grammi di argento da una vena a portata di mano. E aa tutti, prima o poi, cade l’eletto da minatore.

    Un plauso speciale va a Elisabetta (indefessa sciatrice 4 giorni su 4) e Tatiana, che torna allo sci dopo un lungo periodo di assenza.

    Insomma in un tripudio di sforzo fisico, idromassaggi all’aperto, cibi locali e internazionali, sedute senatoriali, ciaspole, sci, temperature elevate, sole, neve vergine, malghe, fiumi di prosecco, grappette, ciaspole, miniere, burro e strudel va in archivio uno dei migliori allenamenti itineranti di sempre!

    • Concetta Liscio Concetta Liscio scrive:

      Caro Roberto come sempre ci fai sbellicare dalle risate. Se le risate facessero dimagrire potremmo anche recuperare quel chilo/ chilo e otto di cui sopra!! Grazie per aver ….sorvolato su qualche particolare ” di servizio”…????????????????

  3. Maurizio Ciarapica scrive:

    Ancora una volta il grande Roberto ci ha fatto rivivere nei minimi particolari i 4 giorni a Rumo e dintorni, dalle uscite, alle grandi abbuffate e ai momenti in completo relax al centro benessere trascorsi in ottima compagnia.L’allenamento itinerante in Val di Non , si e’ rivelato intenso con le numerose attività svolte,ciaspolate,passeggiate accompagnate da temperature primaverili e la visita alle miniera d’argento.
    Anche quest’anno e’ stato un fine settimana riuscito alla perfezione ,grazie alla regia del maestro e alle gemelle diverse !!!!!!!

  4. Renato Vita Renato Vita scrive:

    Scusate il ritardo … come direbbe il buon Troisi. Concludo la serie degli interventi convenendo con Roberto sull’asperità della faticata del primo giorno … ma la ‘mano sul capo’ era non già per asciugare il sudore della salita … ma per lo scampato pericolo dalle riottose rimostranze delle nordiche camminatrici dimostratesi poi in fin dei conti ‘allenatissime’, secondo loro personalissimi parametri, sulla distanza delle ‘costine’ … di maiale. Grazie a tutti gli intervenuti all’allenamentoe spero che per tutti sia una esperienza da ripetere.

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